Frankenstein Vegetables & Empty Places
Anno di realizzazione: 2020.
Luogo: Torino, Via Nino Bixio.
Committenza:
Autori: collettivo artisti Mke: Zeta + Wat_Mke
Lo spazio e il tempo.
Il primo è lo stesso, il secondo è lontano.
Una fotografia, l’immagine di cosa sarà in un’ altra epoca: il nostro pianeta nel futuro.
L’ambiente è completamente trasformato dalla mano dell’uomo, la natura è mutata e ora occupa ciò che è stato costruito e poi abbandonato, colmando il vuoto.
E’ necessario che l’umanità recuperi ora il suo spazio, prenda coscienza che tutto è connesso, ma che tutto esisterà anche senza di noi.
Opera # 1 – Zeta
Un altro tempo, lo stesso luogo.
Aracno-zucchine viola con testa di plastica, cavalcate da pere frankenstein ibridate con mele contaminate e accompagnate da ravanelli monatti; nel cielo volano mal auguranti corvi di mais genetico cromaticamente modificato, inseriti in panorami dai colori malati, rossicci, bruciati.
Come stiamo modificando lo spazio che ci circonda, la vita intorno a noi?
Come stiamo agendo sulla natura, sul pianeta?
Di cosa ci nutriamo e a cosa diamo nutrimento?
Le modifiche che operiamo sul sistema terrestre, la sovrapproduzione di plastica, l’allevamento intensivo, le monoculture, la modificazione genetica, lo sviluppo di malattie e di pandemie sono connesse fra loro nello spazio e nel tempo.
Opera # 2 – Wat_Mke
La città mutevole cambia inesorabilmente il suo volto.
Le nuove costruzioni sono più impattanti e significative nel modificare lo scenario delle nostre vite.
Spesso sono composte da parallelepipedi prefabbricati in cemento e ferro. Concepiti per essere riempiti di merce fugace, che dovrebbe contribuire ad un imprecisato benessere collettivo.
Sono i futuri vuoti urbani, che, una volta esaudito il fine ultimo del profitto, rimarranno abbandonati. Proprio come lo sono state le fabbriche nel recente passato.
Uno spazio urbano, per considerarsi tale, non può prescindere dalla presenza umana. Deve poter accogliere anche le esigenze immateriali, vitali, emotive oltre che primarie.
Un futuro diverso richiederà costanza e pazienza per riappropriarci del nostro spazio e del nostro tempo.
Grazie a locuratolofrancesco per le foto
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